pescatore di storie

Moka

Moka

Ho iniziato quasi per gioco, poiché è così che bisogna affrontare le cose che ci accadono. Non bisogna mai prenderle troppo sul serio, perché è solo allora che t’inganna la malinconia. Ti prende alle spalle mentre avviti la macchinetta del caffè.
Quando sei in fila al supermercato o in attesa dell’ascensore. Te ne stai lì indaffarato nelle tue cose e improvvisamente provi quell’inconfondibile sensazione di essere irrimediabilmente solo. Il cervello smette di prestare attenzione a quella miriade di azioni inutili che mettiamo in fila giorno dopo giorno e improvvisamente bussa alla porta la nostalgia. Indossa una veste intessuta di quei momenti della vita che avevi serbato nel cuore per ricordarne la bellezza.
Ma che, ironia della sorte, adesso sono qui a dirti che non torneranno mai più.

 

Una volta ho letto su un libro che la felicità dipende dal grado di attenzione che il cervello pone nelle nostre attività quotidiane, al riparo cioè dalle distrazioni interiori. Meno sei presente in quello che fai, più sei incline alla preoccupazione. E più sei preoccupato, meno attenzione riesci a porre in quello che fai. E il circolo vizioso che si crea monta dentro di te sino a diventare un piccola creatura incastrata negli ingranaggi della mente. Se ne sta lì buona buona, finché un giorno non ti assale alle spalle mentre stringi quella stramaledetta caffettiera che mi hai regalato prima di andare via per sempre.

Me l’hai insegnato tu. Occorre prendere tutto talmente poco sul serio da fare apparire ogni cosa come un gioco, come una sorta di gigantesca giostra. Perfino la tua assenza avrebbe dovuto diventare un pretesto per fare qualcosa di divertente.
E allora, per rimetterla in moto quella giostra, occorre giocare. E far giocare.

 

Fonte: www.keblog.it

Fonte: www.keblog.it

 

Ho riflettuto a lungo su cosa fare dei miei giorni dopo che il tumore ti ha portato via. Il tempo passava e una mattina, senza nessuna apparente ragione, mi sono svegliato e ho iniziato a costruire la prima giostra.
Per anni avevo sognato un parco come questo. Ma poi sei arrivata tu, i figli e il lavoro al ristorante, e quel desiderio si è affievolito sino a spegnersi definitivamente. Poi te ne sei andata e non ero ancora pronto, uno non lo è mai. E non fu facile. Ma la vita va avanti e le cose procedono quasi da sole.
Eppure volevo fare qualcosa di bello che restasse, tutto qui.
Oggi quando guardo questo parco giochi non vedo solo delle giostre nascoste tra gli alberi. E non vedo nemmeno delle persone felici che le usano. Mi piace starmene in disparte, osservare con cura le mie mani e pensare a quanto tutto sommato non sia stato difficile.

 

Crescere letteralmente significa atto iniziale del creare. Indica quindi il momento in cui inizi a essere in grado di dare, di creare altra vita. Così, nel tempo, sono diventato pronto a fare di tutta questa vicenda un’enorme giostra. E costruendola a poco a poco, è esattamente quello che ho fatto.
Il resto è una storia bella, una delle tante che ci sfiorano l’esistenza ma che troppo spesso distratti da altro non riusciamo a vedere.
Lavorare il legno, intagliare del ferro per fare qualcosa di utile. È l’unico modo che conosco per onorare questa vita. Per prenderla meno sul serio, proprio come mi hai insegnato tu.
Non ce ne rendiamo conto ma giorno dopo giorno possiamo semplicemente svegliarci e fare qualcosa in una direzione. Come inseguire un sogno o realizzare un piccolo desiderio, e mettere attenzione in quello che si fa.
Anche nello stringere questa caffettiera.

Ché poi il caffè non mi è mai venuto bene. Alle volte si brucia, altre non esce proprio.
Tu avresti riso, mi avresti dato un bacio sulla fronte e mi avresti ricordato per l’ennesima volta che il caffè va messo a fuoco lento.

 

Fonte: www.forum.theparks.it

Fonte: www.forum.theparks.it

 

 

La storia:

Il Parco dei Pioppi è un parco giochi interamente costruito in un bosco. Realizzato nel tempo dalle mani di una sola persona, Bruno, è a ingresso libero per adulti e bambini.

 

Guarda il documentario:

 

Fonte immagine di copertina: nonsprecare.it